“Dottore… ho sentito parlare di SIBO… ma che cos’è?”

Bella domanda Faffiner!

La SIBO, acronimo di small intestinal bacterial overgrowth o sovracrescita batterica dell’intestino tenue, è una condizione gastrointestinale che si verifica quando vi è un eccesso di batteri nella parte superiore dell’intestino tenue.

Normalmente, l’intestino tenue contiene una quantità limitata di batteri, ma nella SIBO, questi batteri proliferano in modo eccessivo, portando a una serie di sintomi gastrointestinali e influenzando le scelte alimentari dei pazienti.

 

“Beh… e da che cosa può essere causata dottore? E quali sono i sintomi più comuni?”

 

La SIBO può essere causata da diversi fattori, tra cui disturbi della motilità intestinale, neuropatia diabetica, incontinenza della valvola ileociecale, alterazioni anatomiche, ridotta produzione di acido gastrico, disturbi immunitari, malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Questi fattori favoriscono la crescita batterica in eccesso, compromettendo la corretta digestione e l’assorbimento dei nutrienti.

I sintomi della SIBO includono gonfiore, flatulenza, diarrea, stitichezza, dolore addominale e malassorbimento di nutrienti, fattori che possono portare a carenze nutrizionali.

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“Che ansia! Ma come posso capire di avere la SIBO?”

 

La diagnosi della SIBO inizia solitamente con l’analisi dei sintomi e la storia clinica del paziente. Successivamente, vengono richiesti dei test specifici per confermare la presenza del disturbo.

La SIBO può essere diagnosticata attraverso diversi test, e i più comuni sono il breath test, la coltura quantitativa del succo intestinale e la diagnostica per immagini.

Il breath test è uno dei test più utilizzati per la diagnosi di SIBO e valuta la presenza di idrogeno e metano nell’aria espirata prima e dopo l’assunzione di una soluzione di glucosio o lattulosio. La presenza di livelli anormali di questi gas può indicare la presenza di sovracrescita batterica nell’intestino tenue.

È importante sottolineare che la diagnosi e il trattamento della SIBO dovrebbero essere supervisionati da un professionista sanitario qualificato, come un gastroenterologo, per garantire un’adeguata gestione della condizione.

 

“Ma quindi, dottore, le scelte alimentari possono condizionare l’evoluzione della SIBO?”

 

Beh, possiamo dire che la SIBO finisce per influenzare significativamente le scelte alimentari dei pazienti!

Dato che i batteri nell’intestino tenue metabolizzano i nutrienti in modo anomalo, alcuni alimenti possono causare fermentazione e produzione eccessiva di gas, peggiorando i sintomi. Inoltre, il malassorbimento dei nutrienti può portare a una maggiore sensibilità a certi alimenti, rendendo necessario adottare una dieta specifica per gestire la patologia.

Ecco perché l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nel gestire la SIBO e alleviare i sintomi associati.

Un approccio dietetico mirato può aiutare a ridurre l’infiammazione, a fornire sollievo dai sintomi e a prevenire la proliferazione eccessiva di batteri nell’intestino tenue.

Una delle strategie nutrizionali più comuni per la gestione della SIBO è la dieta a basso contenuto di carboidrati fermentabili, nota anche come dieta FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides, and Polyols). Questo piano alimentare limita l’assunzione di carboidrati che sono fermentabili dai batteri intestinali, riducendo così la loro proliferazione nell’intestino tenue.

Alcuni esempi di alimenti ad alto contenuto di FODMAP includono fruttosio (contenuto nella frutta), lattosio (presente in latte e derivati), fruttani (contenuti in aglio, frumento, orzo…), galattani (presenti nei legumi) e polioli (contenuti nella frutta a seme).

Limitare questi alimenti può contribuire a ridurre i sintomi della SIBO.

Inoltre, è importante consumare cibi che favoriscono la salute dell’intestino e riducono l’infiammazione. Questi includono alimenti ricchi di fibre solubili, come per esempio verdure non amidacee o frutta a basso contenuto di zuccheri, che possono aiutare a regolare il transito intestinale, promuovere la crescita di batteri benefici nell’intestino crasso e migliorare la salute generale dell’intestino.

Gli alimenti ricchi di antiossidanti possono anche contribuire a ridurre l’infiammazione e a sostenere il sistema immunitario. Inoltre, è consigliabile consumare cibi ricchi di grassi sani, come noci, semi e oli vegetali, che possono aiutare a ridurre l’infiammazione.

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“Dottore, ma per tenere sotto controllo la SIBO servono dei professionisti!”

 

E dici bene!

Prima di tutto è importante notare che non esiste una dieta universale per la SIBO, poiché le esigenze dietetiche possono variare da persona a persona in base ai sintomi individuali, alla gravità della condizione e ad altri fattori di salute.

Pertanto, è consigliabile consultare un gastroenterologo e un dietista qualificato per ottenere una valutazione personalizzata e sviluppare un piano alimentare adatto alle proprie esigenze.

Inoltre, oltre alla dieta, possono essere raccomandati altri metodi terapeutici, come l’uso di probiotici e di antibiotici mirati: un approccio integrato che combina dieta, stile di vita e trattamenti medici può fornire il miglior sollievo dai sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone affette da SIBO.

 

Mio caro Faffiner, la SIBO è una condizione gastrointestinale che influisce sulle scelte alimentari a causa della sua relazione con la digestione e l’assorbimento dei nutrienti ed è importante sottolineare che la sua gestione richiede necessariamente un approccio integrato che presuppone la collaborazione tra dietista e gastroenterologo.

 

Ricordati che per qualsiasi chiarimento o per un consiglio sono sempre disponibile. Fissa un appuntamento e parliamone a quattrocchi!

Chiariremo assieme tutti i tuoi dubbi.

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